Pubblicità

C’è una cosa che mi ha sempre affascinato, osservare le persone, nello specifico osservare comportamenti ed interazioni.

Questo si può definire un periodo molto prolifico per ottenere informazioni. L’esposizione mediatica di alcuni contro la totale mancanza di altri parla molto dei caratteri e delle necessità di ognuno.

Diversi ma uguali nelle sicurezze/insicurezze che ci accompagnano in questo inesplorato percorso che è  la vita. La continua richiesta di conferme e attenzioni che avviene nei modi più svariati denota una mancanza interiore costante che si cerca di compensare con gesti che pensiamo siano capaci di attrarre. Sia la continua esposizione, che si pensa possa creare un contatto diretto con l’interlocutore, una sorta di rapporto personalizzato finalizzato alla fidelizzazione e al non lasciamoci mai, in contrapposizione alla totale mancanza, per paura o per creare mistero, che conduce alla stessa via.

Entrambe forme di pubblicità dettate da regole scritte da altri ma che in tanti seguono diligentemente con una estrema mancanza di personalità.

Difficile segnare il confine tra quello che appare e quello che si è perché, anche se non direttamente il nostro comportamento racconta molto di noi, delle nostre forze e delle nostre debolezze, dei dubbi e delle necessità.

Rimanere se stessi, distanti quel che basta da non farsi travolgere da questo attuale circo, assecondando i propri ritmi, rimane sempre la migliore pubblicità di se stessi.

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